Bilancio Squadre 2024: Movistar
La Movistar rimane lì, sullo stesso canale su cui ha trasmesso nel 2023: praticamente gli stessi punti UCI, praticamente la stessa posizione nella classifica a squadre e praticamente lo stesso raccolto di squadra, anche se, in quanto a numeri assoluti, le vittorie sono diminuite, passando da 16 a 8. La formazione spagnola ha trovato forze fresche in qualche giovane promettente e sorprendente e ha ritrovato, sul finale di stagione, anche il miglior rendimento del suo capitano. Sono state però diverse le scommesse non andate a buon fine, a fronte di una strategia di CicloMercato che ha pagato a fasi alterne. Il nocciolo della questione rimane sempre quello: con i fondi a disposizione, dati dallo sponsor unico, sembra impossibile riuscire a chiudere il divario con le grandi potenze del gruppo.
TOP
Alla fine, tocca quasi sempre a Enric Mas decidere il destino di questa squadra. Non ha vinto, ma in termini assoluti quella appena conclusa è stata la miglior stagione della carriera del maiorchino. In gara fin dalle prime settimane del calendario, si è piazzato fra i migliori a Volta Catalunya, Giro di Romandia e Giro di Svizzera, pur dando sempre l’impressione di non avere i mezzi per spiccare rispetto alla concorrenza. Al Tour de France, poi, ha riposto le ambizioni di classifica generale e, soprattutto nell’ultima settimana, si è trasformato in un attaccante di razza, ritrovando così entusiasmo e voglia di osare. La vittoria di tappa non è arrivata, ma quelle giornate trascorse in fuga lo hanno rivitalizzato: alla Vuelta, poi, è andato in costante crescita, salendo sul podio di Madrid per la quarta volta in carriera dopo essere riuscito a tenere botta a più riprese a Primož Roglič. Notevole anche al Mondiale in linea (ottavo), ha poi chiuso bene l’anno, piazzandosi anche quinto al Lombardia. Non vince una corsa dal 2022 e, in tutto, ne ha vinte 6 in carriera: ne basterebbe solo un’altra, di altissimo livello, per dare a una carriera comunque lusinghiera un tono ben più acceso.
Se Mas è una costante della storia recente, nel bene e nel male, della Movistar, Pelayo Sánchez ne è un’assoluta novità. Arrivato dalla Burgos-BH, ha dimostrato di non aver bisogno di chissà quale ambientamento ed è partito a razzo, vincendo una delle gare di apertura della stagione, nell’ambito della Challenge Mallorca, e vivendo poi i primi mesi dell’anno sempre con un’ottima condizione. Al Giro d’Italia, poi, è sbocciato definitivamente, portando a casa un brillantissimo successo di tappa, sfiorandone un altro e risultando comunque uno dei corridori più combattivi di tutta la Corsa Rosa. Sull’onda dell’entusiasmo ha chiuso 11esimo una corsa esigente come il Giro di Svizzera, ma da lì il suo rendimento è andato, per certi versi comprensibilmente, in calando. La squadra, nel frattempo, lo ha blindato dal punto di vista contrattuale e ora verrà il difficile: confermarsi su questi livelli se non, addirittura, provare a fare meglio.
Sicuramente buona anche l’annata di Alex Aranburu, che si conferma poco vincente (due, in tutto, i successi, il più importante dei quali è stato il titolo nazionale in linea), ma nel complesso piuttosto costante. Il 29enne ha infatti ottenuto piazzamenti praticamente dall’inizio alla fine della stagione, molti dei quali in gare WorldTour, comprese quattro top-10 di tappa al Tour de France, dove si è probabilmente giocato un po’ male le proprie carte nella tappa degli sterrati di Troyes, chiusa al quarto posto. In ogni caso, pur dando l’impressione di poter ottenere qualcosa in più, il veloce e resistente corridore spagnolo si è confermato una delle note maggiormente positive del team, che però lascerà a fine anno per tentare una nuova avventura con la Cofidis.
In partenza è anche Oier Lazkano, che il prossimo anno correrà per la Red Bull-Bora-hansgrohe lasciando un vuoto piuttosto importante nella squadra iberica, in particolare nelle classiche del Nord. È qui infatti che, dopo il successo alla Clasica Jaén, il 24enne si è messo in evidenza a inizio anno grazie al terzo posto alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne e alla top-15 alla E3 Saxo Classic. L’ex campione spagnolo si è però fatto vedere nelle gare a tappe, concludendo in nona piazza al Giro del Delfinato e conducendo un Tour de France d’attacco che lo ha visto andare in fuga per ben sei volte, conquistando un quinto posto a Barcelonnette come miglior risultato. Lo stesso piazzamento (curiosamente nella stessa tappa, la 18a) lo ha ottenuto anche alla Vuelta a España, dove è stato meno protagonista, ma ha comunque tentato alcuni attacchi da lontano, mostrandosi in ogni caso corridore piuttosto versatile e adatto a diversi tipi di terreno.
A cercare di non far sentire troppo la mancanza di Lazkano il prossimo anno potrebbe provarci Carlos Canal, che è stato autore di una buona crescita in questi ultimi mesi. Pur non avendo vinto, il 23enne è stato in grado di ottenere numerosi piazzamenti e, viste le sue caratteristiche di resistenza e velocità, potrebbe togliersi delle belle soddisfazioni in futuro in diversi tipi di gare. Non ha conquistato successi neppure Einer Rubio, ma la stagione dello scalatore colombiano è stata tutto sommato discreta, sebbene il 2023 fosse stato nel complesso migliore. Il 26enne ha comunque centrato quello che probabilmente era l’obiettivo di inizio anno, un piazzamento nelle parti alte della classifica del Giro d’Italia (settimo posto finale), al quale aggiungere qualche altro risultato che rende la sua annata più che sufficiente. Si conferma anche Gregor Mühlberger, che non coglie grandi risultati, pur andando vicino al successo alla Coppa Sabatini, chiusa in seconda posizione e al campionato nazionale. Qualche altro piazzamento nell’anno, nonché il lavoro per il team, ribadisce la sua dimensione all’interno del team spagnolo, in cui milita ormai da quattro anni
Sono invece riusciti ad andare a segno, ottenendo entrambi il primo successo tra i professionisti, Jon Barrenetxea e Will Barta, che per il resto si sono messi soprattutto al servizio della squadra, e lo stesso discorso può essere fatto per Davide Cimolai, al quale è mancata solo la vittoria, sfiorata in un paio di occasioni. Da segnalare positivamente anche Javier Romo, che dopo tre anni non brillantissimi con l’Astana ha trovato diversi buoni risultati e una certa continuità, il quasi omonimo Ivan Romeo, che dopo un 2023 di ambientamento alla categoria si è messo in luce soprattutto (ma non solo) a cronometro, con la ciliegina sulla torta del titolo mondiale U23, e l’azzurro Lorenzo Milesi, capace anche lui di qualche piazzamento a crono e di sfiorare la vittoria al Memorial Pantani.
+++ Enric Mas
++ Pelayo Sánchez
+ Alex Aranburu
FLOP
Il trasferimento di Rémi Cavagna era stato uno dei più interessanti dello scorso CicloMercato. Il francese arrivava in una squadra in cui, soprattutto nelle Classiche e nelle gare a lui più adatte, non avrebbe dovuto condividere eventuali ruoli di riferimento con compagni di squadra “scomodi” e sarebbe stato libero di muoversi a piacimento. Ebbene, è andata malissimo, con il corridore che non ha mai avuto modo di rendere al meglio e che ha poi fatto sapere di non essersi trovato bene nell’ambiente di squadra, al punto tale che le parti hanno deciso, di comune accordo, di chiudere il contratto già alla fine di questa stagione, in anticipo rispetto alla scadenza naturale. Cavagna andrà a correre per una squadra francese, mentre la Movistar dovrà cercare altrove, sempre che le interessi, uno specialista di pavé e, in generale, di corse del Nord.
Da Iván Garcia Cortina ci si aspetta qualcosa in più, ma lo spagnolo prosegue nell’arco di una carriera decisamente ondivaga. Nel 2024, il rendimento ha puntato verso il basso, con il corridore di Gijón che si è fatto vedere giusto in qualche finale veloce, raccogliendo qualche piazzamento di medio spessore qua e là. I tre terzi posti, nell’arco di cinque tappe, alla Vuelta a Burgos rimangono probabilmente il miglior momento della sua stagione, che lo ha visto anche raccogliere qualche piazzamento da seconda pagina dell’ordine d’arrivo a Omloop het Nieuwsblad e Kuurne-Bruxelles-Kuurne. Complessivamente, un po’ poco.
Nairo Quintana sperava probabilmente in un ritorno più vivace, dal punto di vista dei risultati. Il colombiano, rientrato nella corte di Eusebio Unzué dopo una precedente separazione abbastanza burrascosa, ha cercato il colpo di pedale dei giorni migliori, trovandolo però molto raramente. Fra Giro (19esimo a Roma) e Vuelta (addirittura 31esimo a Madrid) ha vissuto un’unica grande giornata, sulla strada verso Livigno, dove però è stato costretto a guardare Tadej Pogačar sfrecciargli accanto e togliergli così la vittoria di tappa. Per il resto, una stagione senza grandi sussulti per il Condor, che probabilmente sta volando verso la fine della carriera, anche se la squadra gli ha proposto il prolungamento del contratto anche per la prossima stagione.
Nella parte meno nobile del registro annuale rimane Fernando Gaviria, che aveva iniziato la stagione vincendo una tappa al Tour Colombia e che però, da allora, non ha più esultato. Ci ha provato, buttandosi nelle volate di Giro d’Italia e Tour de France e proprio nel Grande Giro francese ci è andato vicino, piazzandosi secondo nella tappa di Torino, piegato solo da Biniam Girmay. Rimane probabilmente quello il picco di una stagione comunque non entusiasmante per l’ormai esperto velocista sudamericano.
Altra stagione in cui le aspettative non sono state corrisposte per Ivan Sosa. Qualche sprazzo di qualità a Tour Colombia e Tour of the Alps, corse in cui non mancava la concorrenza, non basta a salvare un’altra stagione decisamente lontana dal livello a cui il classe 1997 ha mostrato di poter legittimamente aspirare. Lo scalatore sudamericano viene così anche quest’anno privato di grandi giri, ma il suo problema sembra questo punto più psicologico che fisico.
Davide Formolo ha ribadito il suo grande impegno per la squadra, ma le premesse al suo arrivo nel team spagnolo erano più alte, anche se l’inizio di stagione non è male visti i piazzamenti ad AlUla Tour e Strade Bianche. Da quel momento, ad eccezione dei Campionati Italiani chiusi in quinta posizione, i risultati scarseggiano e lo si vede quasi solo al servizio del team ruolo che come sempre svolge con grande dedizione. Fa dunque il suo, ma probabilmente lui stesso sperava in qualcosa di meglio per questa sua nuova avventura.
Grande lavoro per il team e qualche giornata buona per sé sono forse troppo poco anche per l’esperto Nelson Oliveira, corridore che in passato ha mostrato anche qualità per emergere maggiormente. Ci si aspettava di più anche da Sergio Samitier, che negli anni passati si affacciava con moderate ambizioni anche ai grandi giri, ma questo 2024 ha confermato che il passo era troppo grande per lui. In tutta la stagione coglie così solo una top10, in una tappa del Tour de l’Ain, non riuscendo neanche a convincere il team, per il secondo anno di fila, a portarlo ai GT, fosse anche solo per scortare i capitani.
Stagione di sofferenza per Ruben Guerreiro, che nelle aspettative – anche le sue – paga forse troppo lo splendido Giro 2020, coronato da vittoria di tappa e maglia azzurra. Illusioni che si erano riaffacciate dopo il successo al Saudi Tour lo scorso anno, mentre nel 2024 non trova modo di emergere dopo un inizio di stagione non brillante, ma comunque formativo. La sfortuna ci mette infatti lo zampino e due infortuni lo condizionano pesantemente, lasciandogli comunque il beneficio del dubbio.
– Nairo Quintana
— Iván Garcia Cortina
— Rémi Cavagna
Classifica UCI
Dodicesima nel 2023, la Movistar chiude il 2024 al 13esimo posto della classifica mondiale a squadre. Minima differenza come posizione e minimo anche lo scarto fra i punti raccolti, che sono stati giusto un centinaio in più nell’annata appena conclusa. Il rendimento complessivo, comunque, mette la squadra spagnola al riparo rispetto a pericoli di retrocessione, affrontati invece nel triennio precedenti a questo. Di seguito i 20 corridori che hanno contribuito alla raccolta dei punti UCI nell’arco del 2024.
CORRIDORE | NAZIONE | PUNTI |
---|---|---|
MAS Enric |
ESP
|
2851 |
ARANBURU Alex |
ESP
|
1483 |
RUBIO Einer |
ESP
|
794 |
GAVIRIA Fernando |
COL
|
715 |
LAZKANO Oier |
ESP
|
697 |
SÁNCHEZ Pelayo |
ESP
|
620 |
CANAL Carlos |
ESP
|
393 |
ROMO Javier |
ESP
|
376 |
FORMOLO Davide |
ITA
|
332 |
MÜHLBERGER Gregor |
AUT
|
328 |
ROMEO Iván |
ESP
|
317 |
OLIVEIRA Nelson |
POR
|
291 |
CIMOLAI Davide |
ITA
|
278 |
QUINTANA Nairo |
COL
|
273 |
GUERREIRO Ruben |
POR
|
245 |
BARRENETXEA Jon |
COL
|
224 |
SOSA Iván Ramiro |
COL
|
182 |
GARCIA CORTINA Ivan |
ESP
|
179 |
MILESI Lorenzo |
ITA
|
155 |
BARTA Will |
USA
|
146 |
Miglior Momento
Le vittorie sono state pochine e la più pesante di queste è stata chiaramente quella di Pelayo Sánchez al Giro d’Italia. Lo spagnolo ha vinto la “tappa degli sterrati”, con arrivo a Rapolano Terme, mettendo in mostra qualità da “clasicomano” di grande spessore. Sánchez è stato prima in grado di entrare in fuga decisamente qualificata, dopo due ore di grande lotta generale, e poi ha avuto le energie e la tenuta necessarie per reggere fino alla fine il confronto con corridori del calibro di Julian Alaphilippe e Lucas Plapp, riuscendo poi a metterseli dietro in un finale molto incerto.
Bilancio Movistar 2024
Volate - 5.8
Classiche - 6.2
Grandi Giri - 7.1
6.4
Poche vittorie, a fronte di una presenza complessiva che è sembrata migliorare, almeno per quel che riguarda i terreni più adatti ai corridori in organico. Il podio di Enric Mas alla Vuelta ha ingentilito i connotati di una stagione sufficiente, ma poco più, per la squadra spagnola, che peraltro nel 2025 perderà alcuni dei corridori più produttivi del suo recente passato. Da vedere se i talenti rimasti saranno in grado di fare altri passi avanti, in un contesto però sempre più competitivo.
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